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Essere viaggiatori per comprendere i viaggiatori

Il viaggiatore (non chiamatelo turista, che si offende!) è il protagonista indiscusso di ogni fase della scelta di un viaggio. Lo sappiamo tutti, eppure spesso ce lo dimentichiamo e lo chiamiamo target (o peggio, utente). E lo trattiamo, appunto, come un bersaglio.

Il fatto è che non è così facile “staccarsi” dai numeri e concentrasi sulle persone, specie per un consulente di marketing turistico. Un lavoro che richiede, tra le tante cose, anche lo studio delle ricerche di mercato, come quelle sull’evolvere dei processi decisionali delle persone, su come cambiano per fascia d’età, per interessi, per per per.
E questo avviene mentre il consulente si sforza, tantissimo, di rimuovere dalla sua testa la parola target (il nuovo “tu-sai-chi”) e di pensare alle persone. Si, alle persone vere dietro ai numeri. Nel frattempo quei dati che sta leggendo cambiano, i trend cambiano e le persone cambiano.

Un esempio? i Millennials e i viaggi Bleisure.

I Millennials siamo noi, nati tra gli anni ’80 e ’90, che non siamo nativi digitali ma che con il digitale ci abbiamo fatto i conti per primi. Diversi studi dicono che alla nostra generazione piace viaggiare per lavoro (business travel) ma che cerchiamo anche di ritagliarci del tempo libero (leisure travel) per fare le più svariate attività. Quindi Business + Leisure = Bleisure.

Sui Millennials si è detto di tutto. È un argomento che fa discutere, anche un filino inflazionato. ma tant’è. Qui trovi quello che sembra essere il primo articolo in assoluto, è di Forbes, del 2014: The Recession Generation: How Millennials Are Changing Money Management Forever. Per guardare dati più recenti invece puoi leggere The 2019 Global Millennial Survey di Deloitte.

Quando “tu-sai-chi” è un viaggiatore.

Eccoci al nocciolo della questione: quando parliamo di comprendere i progressi decisionali delle persone e queste persone sono viaggiatori beh, la cosa si complica. Per sapere cosa porta una persona a scegliere un viaggio rispetto ad un altro c’è innanzitutto da studiare tanto da farne una professione.

Ci sono i Millennials, è vero, ma hai mai sentito parlare di perennials? si tratta di “qualcuno i cui comportamenti non c’entrano nulla con la propria età anagrafica” – Minimarketing. Ci sono persone di tutte le età che vogliono “lasciare un impatto positivo sull’ambiente”. E, a proposito: tu, azienda turistica, hai un prodotto o servizio che va in questa direzione? E se sì, come viene comunicato? Ecco, vedi, non è così semplice. Chi fa Marketing Turistico deve mettersi spesso nei panni dei clienti finali, i viaggiatori.

Insomma, come faccio a capire cosa c’è nella testa di un viaggiatore?

Eccoci alla mia risposta: studia, perché senza quello è tutto inutile. Poi però Viaggia! Prova sulla tua pelle cosa vuol dire essere un viaggiatore. Come si fa a comprendere le esigenze di chi viaggia se non hai mai viaggiato? No, sul serio, dimmi: come si fa se non si è girato non dico tutto, ma almeno un bel pezzetto di mondo.

Bisogna viaggiare ragazzi. Prendere aerei. Scegliere hotel. Provare tutti i tipi di viaggio, sperimentare formule e modalità diverse.
Bisogna provare la differenza tra i vari modi di prenotare, tra fare da soli online, affidarsi ad una agenzia di viaggi, scegliere un tour operator. Bisogna viaggiare da soli, in coppia, in gruppo, con i bambini. 
Cambia tutto quando hai vissuto in prima persona.

Non mi credi? allora prova a scrivere un testo emozionale su un tour in barca a vela nell’arcipelago toscano (e tu in barca a vela non ci sei mai stato). Le cose sono due: o scrivi di professione (e se sei bravo, sei salvo) o sei in difficoltà. Ti mancano i ricordi, le sensazioni i profumi, i suoni.

Viaggiare serve a capire più da vicino i bisogni che portano le persone a viaggiare: prendersi cura di sé, riposarsi, svagarsi, conoscere nuove persone o nuovi posti, far parte di un evento o di una manifestazione, sentire il brivido dell’avventura, viaggiare per affari e così via.